Nato a Palazzo Adriano nel 1988 e iscritto all'ufficio anagrafe con il nome di Francesco Calcara, sono cresciuto con due passioni: disegnare e giocare ai videogiochi. Ricco di fantasia i videogiochi, così come la lettura, stimolavano la mia fantasia e tutto ciò che nella mia mente si plasmava, la mia mano si divertiva a disegnare. Quando mi chiedevano quale gioco mi piacesse di più, io rispondevo sempre con entusiasmo disegnare. Ricordo da piccolo che i miei compagni di scuola materna amavano giocare con soldatini mentre io li disegnavo realizzando scenari di combattimento, quasi dei fumetti con una propria narrazione. Maturando negli anni ho continuato a coltivare la passione per il disegno e l'arte in genere. Il nome d'arte "scafandri svuotati" nasce dalla presa di coscienza che ogni essere umano privo di valori, passioni e senza brama di vivere, non è altro che uno scafandro vuoto, un guscio abbandonato, un automa che subisce la vita invece che viverla da protagonista. L'uomo paragonato ad uno scafandro svuotato dalle interiorità, viene riempito da contenuti esterni e sterili. Il rischio è di sentirsi individui originali e non lo essere affatto. L'autenticità può essere anche non scoperta o dichiarata, la cosa più importante è la ricerca personale di essa. Viaggiare, conoscere sé stessi, perseguire determinati valori, suonare uno strumento così come dipingere fanno parte di questa ricerca. Sulla base di questi pensieri, i miei lavori, da profano dell'arte, nascono dalla scoperta di materiali, tecniche e superfici diverse. La ricerca di uno stile, attraverso la sperimentazione negli anni, oscilla tra il figurativo e l'astratto, si traduce in personaggi e scenari che svelano desideri e denunciano le dicotomie di questo mondo: pieno-vuoto, bello-orrido, ricco-povero, forte-debole, equo-ingiusto.
La mancanza di un percorso accademico mi ha spinto a sperimentare e ricercare un mio stile. Libero di scegliere cosa mi piace, realizzo opere utilizzando varie tecniche, materiali e supporti. Negli ultimi anni sto cercando di far conoscere la mia arte e affermarmi come artista. Oggi vivo a Varese, lavoro come educatore con persone che soffrono di salute mentale e dipingo per me, per prendermi cura della mia sanità mentale e dimostrare che l'essere umano può essere molto più che un semplice scafandro vuoto.